Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 2 aprile 2018

La preghiera, la parola, la penna - Danilo Quinto

Per le edizioni Gribaudi, è appena uscito nelle librerie un libro intitolato "ANGELI DELLA VITA - Testimonianze", curato da Gianfranco Amato, presidente dei “Giuristi per la Vita” e cofondatore del Popolo della Famiglia; Giorgio Celsi, da sempre impegnato nella difesa dei principi non negoziabili, presidente di “Ora et Labora in Difesa della Vita”; Wanda Massa, segretaria della stessa associazione. Il libro sarà presentato a Roma, domenica 19 maggio, in occasione della Marcia per la Vita, animata, come avviene da 8 anni – grazie, in particolare all’impegno di Virginia Coda Nunziante, che ne è l’organizzatrice e che firma una testimonianza di questo libro - da migliaia di persone che manifesteranno contro l’aborto.
"Oggi più che mai", scrivono i curatori, "la società in cui viviamo ha bisogno di testimoni credibili, che sappiano rendere evidente con le loro stesse esistenze che la vita non è un'esperienza bio-fisiologica, la vita è la vita di Dio, che viene comunicata agli uomini. Ecco alcuni di questi testimoni, sono gli Angeli della Vita, protagonisti delle pagine dense e commoventi di questo libro. La loro preziosa testimonianza è stata raccolta negli anni dagli autori, anch'essi impegnati in prima persona nella difesa della vita. Confidando nell'infinito e onnipotente aiuto del Signore, desiderano essere i costruttori di una nuova civiltà della vita e dell'amore. Alcuni sono molto famosi, altri meno. Ognuno di loro rappresenta, con la sua esperienza personale, più ambiti possibili dell'opera di difesa della vita. Ognuno di loro spende la propria esistenza per la vita, senza farsi intimorire dai mezzi potentissimi di chi, mediante la menzogna, si fa promotore di una 'cultura della morte'".

A introdurre queste testimonianze, i curatori hanno chiamato S.E. Mons. Luigi Negri, Arcivescovo Emerito di Ferrara, il quale, a conclusione della sua prefazione, sottolinea: “Oggi più che mai la società nichilista in cui viviamo ha bisogno di testimoni credibili, che sappiano rendere evidente con le loro stesse esistenze, anch a livello culturale, che la vita non è, innanzitutto e sostanzialmente, un’esistenza bio-fisiologica; la vita è la vita di Dio che viene comunicata agli uomini. La vita è dare un senso alla vita, un valore alla vita, un significato alla vita: è il destino della vita. La vita fisica appare evidentemente come un aspetto di un complesso molto più ampio, molto più decisivo, molto più significativo. La vita dell’uomo già consapevolmente si muove verso l’eternità, perché la vita dell’uomo cerca il proprio senso. La vita umana genera cultura che serve a dare consapevolezza critica alla vita; la cultura è la vita che diviene coscienza di sé. L’uomo che vive cerca il senso della sua vita. Cercando il senso della sua vita, egli è già oltre lo spazio e il tempo, è già oltre la materia, è già oltre la carne”. Parole sapienziali che si traducono, per Mons. Negri in un vero e proprio appello che egli rivolge ai laici: “Oggi più che mai la società nichilista in cui viviamo”, scrive, “ha bisogno di laici capaci di aprire ogni giorno, con la parola e con le opere, quella via nuova che va dal cuore di Dio al mondo e che rende il mondo un luogo di positività, contro ogni tentazione di violenza, di sopraffazione o di meschinità. Oggi più che mai la società nichilista in cui viviamo ha bisogno di laici vivi, attivi e intraprendenti, perché se nel mondo non c’è più una presenza viva, attiva e intraprendente, il popolo – tutto il popolo, non solo la presenza cristiana – è abbandonato al potere, che senza carità è solo dominio e quindi distruzione dell’umanità”.

Manca, tra le testimonianze, purtroppo – per la sua prematura scomparsa, avvenuta 4 anni fa, che ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo prolife – quella di Mario Palmaro, forse il più grande apologeta della vita e dei principi non negoziabili degli ultimi vent’anni. La sua figura è ricordata più volte nel libro negli interventi e di certo Palmaro è contento, da lassù, di come si stia rafforzando la battaglia dei laici contro la legge più ingiusta, più iniqua, più aberrante degli ultimi 40 anni: la legge 194 sull’aborto, che ha concorso in maniera determinante allo sterminio di 6 milioni di italiani ed ha reso l’Italia un Paese, oltre che povero e senza futuro, allineato al pensiero unico dominante della società occidentale.

Nella sua testimonianza, la grande scrittrice cattolica Silvana De Mari, recentemente rinviata a giudizio per diffamazione su denuncia del circolo Mario Mieli di Roma, per le sue opinioni espresse in modo argomentato, sostiene di considerare “l’aborto un suicidio differito. Una donna normale il suo bambino lo mette al mondo, una donna che si odia lo uccide. E il rimpianto arriva. Io passo il mio tempo ad ascoltare il dolore del rimpianto, queste voci di donne, che nessuno consola, perché non è consolabile”.

La preghiera contro l’aborto è essenziale. “Ne era ben consapevole, nella sua semplicità”, racconta Giuseppe Noia, la mistica di Paravati, Natuzza Evolo, quando mi chiese: ‘Professo’, perché non fate un cenacolo di preghiere per le famiglie al Policlinico Gemelli?’. Io, che mi sentivo inadeguato, le risposi: ‘Ci provo, mamma Natuzza’. Da allora, sono diversi anni che ci riuniamo una volta al mese per pregare col Rosario, la Santa Messa e la Supplica alla Madonna composta da Natuzza all’età di 9 anni: una preghiera così confidenziale e struggente, che strappa le grazie a forza dal cuore della Madre di Dio”.

Come ricorda Enrico Masini, referente del Servizio Famiglia e Vita della Comunità Papa Giovanni XXIII, quando Don Oreste Benzi invitò a pregare davanti agli Ospedali, “In molti, all’interno della Comunità, erano contrari e suggerivano di andare a pregare in chiesa. A loro, don Oreste rivolse questa domanda: ‘Se qui fuori un bambino venisse picchiato, cosa fareste? Andreste forse a cercare una chiesa dove rinchiudervi al sicuro? No. Ci fermeremmo subito a pregare affinchè si fermi la mano dell’aggressore, grideremmo a squarciagola per sollecitare la società tutta affinchè si fermi questo scempio. L’ingiustizia va gridata dai tetti”.

Lasciamo al lettore la curiosità di leggere le altre testimonianze di questo libro, ricordando infine la dedica che i curatori scelto: “Viviamo in un momento di lotta, da cui nessuno deve disertare, poiché ciascuno ha comunque almeno una delle tre armi: la preghiera, la parola, la penna” (dal testamento spirituale del card. Carlo Caffarra).

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Meditazione del giorno

Simeone il Nuovo Teologo (ca 949-1022), monaco greco
Catechesi 13; SC 104, 199

"Gesù venne loro incontro"

Molta gente crede nella risurrezione di Cristo, ma pochi ne hanno avuto la chiara visione. E come allora coloro che non l’hanno vista possono adorare Cristo Gesù come Santo e come Signore? Sta scritto infatti: “Nessuno può dire “Gesù è Signore” se non sotto l’azione dello Spirito Santo” (1 Cor 12,3), e anche: “Dio è spirito, e quelli cho lo adorano devono adorarlo in spirito e verità” (Gv 4,24)... Come dunque lo Spirito Santo ci spinge a dire oggi [nella liturgia]: “Abbiamo visto la risurrezione di Cristo. Adoriamo il Santo, il Signore Gesù, il solo senza peccato”? Come può invitarci ad affermarlo come se l’avessimo visto? Cristo è risorto una sola volta, mille anni fa, e anche allora nessuno l’ha visto risuscitare. Forse la divina Scrittura vuole farci mentire?

Mai! Al contrario, ci esorta ad attestare la verità, questa verità che, in ognuno di noi suoi fedeli, si ripete la risurrezione di Cristo, e questo, non una sola volta, bensì ogni ora, per così dire, quando il Maestro in persona, Cristo, risorge in noi, vestito di bianco e risplendente della luce dell’incorruttibilità e della divinità. Infatti la luminosa venuta dello Spirito ci fa intravedere come al suo sorgere, la risurrezione del Maestro, o piuttosto ci accorda il favore di vedere in persona il risorto. Per questo cantiamo “Il Signore è la nostra luce” (Sal 118,27) e, accennando alla sua seconda venuta, aggiungiamo: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore” (vs. 26)... Ed è proprio spiritualmente, attraverso la nostra vista spirituale, che si mostra e si fa vedere. E quando questo succede in noi, per mezzo dello Spirito Santo, egli ci risuscita dai morti, ci vivifica e si fa vedere, in persona, vivente in noi, immortale e imperituro. Ci ha concesso la grazia di conoscerlo chiaramente, Egli che ci risuscita con lui e ci fa entrare con lui nella sua gloria.

Anonimo ha detto...

https://giulianoguzzo.com/2014/04/27/giovanni-paolo-ii-il-mio-santo/

In ogni caso non possono essere i numeri a raccontare compiutamente chi fu Giovanni Paolo II, quel Papa «venuto dal lontano» che si presentò da subito con umiltà straordinaria – «Non so se posso bene spiegarmi nella vostra… nostra lingua italiana. Se mi sbaglio mi corrigerete», disse il 16 ottobre 1978 nel suo primo saluto ai fedeli – e che traghettò la Chiesa oltre il 2000, l’Europa oltre il comunismo e chissà quanti milioni di giovani e meno giovani fino allo sguardo misericordioso di Gesù e della Madonna. Il suo insegnamento da Papa fu coraggioso come la sua esistenza (fu seminarista clandestino, si oppose agli abusi della tirannia comunista a Cracovia e quando partì per poi essere eletto Papa un pezzo grosso del Partito lo minaccio: «Vada, vada, al suo ritorno faremo i conti») e coerente all’insegna di un Cristianesimo capace di parlare all’umanità consapevole di sfide anche impopolari, come la difesa della vita e della famiglia....

Anonimo ha detto...

Antifona del Tempo Pasquale

Regina coeli, laetare, Alleluia
Quia quem meruisti portare, Alleluia
Resurrexit, sicut dixit, Alleluia
Ora pro nobis Deum, Alleluia.

V. Gaude et laetare, Virgo Maria! Alleluia!
R. Quia surrexit Dominus vere! Alleluia!

la preghiera, la parola, la penna” ha detto...

http://www.noiaprenatalis.it/

Anonimo ha detto...


"Egli ci risuscita con Lui e ci fa entrare con Lui nella sua Gloria"

Certamente, ma solo se avremo vissuto ottemperando ai suoi insegnamenti in fede, parole, opere. Solo se saremo rimasti perseveranti sino alla fine dei nostri giorni, con l'aiuto imprescindibile della Grazia. Solo se ci saremo comportati ogni giorno da quei "servi inutili" che siamo, nell'oscura lotta contro noi stessi e il mondo per la nostra santificazione quotidiana.

Un lettore ha detto...

È possibile conoscere l'indice?

Anonimo ha detto...

Mi spiace Maria se ho urtato la tua sensibilità, ma risciverei la stessa cosa su GPII. Non mi piacciono proprio le agiografie dei papi conciliari e post.
Nè trovo che il giudizio su di loro possa essere di stampo sentimentalisti co,come quella di Guzzo,non molto diverso delle difese d'ufficio che qualcuno faceva di Ratzinger ma,comunque,capisco che i miei post risultino fastidiosi. Pazienza.
Antonio

Anonimo ha detto...

“Gli tolgono Banca Centrale e moneta e non fanno una piega.

Gli impongono governi tecnici che ci massacrano e li ringraziano.

Poi gli toccano un migrante e diventano sovranisti
(il Messaggero)

Anonimo ha detto...

L’UE e quel furto d’identità, non chiamatela Europa!

http://www.oltrelalinea.news/2017/03/25/lue-e-quel-furto-didentita-non-chiamatela-europa/

mic ha detto...

Per il lettore che chiede l'indice del libro segnalato (ringrazio Danilo Quinto)

INDICE “ANGELI DELLA VITA – TESTIMONIANZE”

PREFAZIONE Mons. Luigi Negri

INTRODUZIONE

1. EMANUELA BERETTA MOLLA
2. PADRE GIUSEPPE MONTENEGRO
3. DON MAURIZIO GAGLIARDINI
4. ETTORE GOTTI TEDESCHI
5. VIRGINIA CODA NUNZIANTE
6. OLIMPIA TARZIA
7. GIUSEPPE NOIA
8. LEANDRO ALETTI
9. SILVANA DE MARI
10. ANTONIO ORIENTE
11. MASSIMO GANDOLFINI
12. PIETRO URODA
13. LUISA SCIPIONATO NOTTEGAR
14. SABRINA PIETRANGELI PALUZZI
15. GIORGIO CELSI
16. GIANFRANCO AMATO
17. GIACOMO ROCCHI
18. ENTICO PAGANO
19. PAOLA BONZI
20. GRAZIA SATALINO
21. MARIA DI NOMADELFIA
22. ANTONIETTA VITALE
23. SAMUELE MANISCALCO
24. TONY BRANDI
25. LUIGI FARINA
26. GIORGIO GIBERTINI
27. ENRICO MASINI
28. GIORGIO NICOLINI
29. LOREDANA SAMMARELLI
30. SUOR ROSALINA RAVASIO
31. SUOR EMANUELA STURIALE
32. COSTANZA MIRIANO
33. DANILO QUINTO
34. ANIA GOLEDZINOWSKA
35. GLORIA POLO
36. CLAUDIA CASTELLANI
37. DEBORA VEZZANI

Anonimo ha detto...

— Si tratta di un’ennesima “moda indotta”: negli ultimi decenni, la cultura e i mass-media hanno lanciato un vero e proprio attacco contro il “maschio” in Occidente. Da una parte, si tratta certamente del “reflusso” di un certo “femminismo” degli anni 70 che ha criminalizzato culturalmente “il maschile”, ritenuto un elemento violento e negativo, generatore di un sistema definito come patriarcale ed “oppressivo”. Da qui, l’idea che la società vada “femminilizzata”, che l’uomo stesso debba rinunciare alla sua natura e alle sue caratteristiche.
https://www.maurizioblondet.it/sputnik-intervista-gianluca-marletta/