Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 16 aprile 2018

Chiamata di papa Francesco alla santità

Riprendiamo un recente articolo di Robert Royal su The Catholic Thing, sulla esortazione apostolica Gaudete et Exsultate. Nella nostra traduzione nell'intento di raccogliere le molteplici voci dell'intero orbe cattolico. Ѐ evidente che si tratta di una critica obtorto collo; ma dà l'idea di come anche chi cerca di salvare il salvabile resta toccato dagli elementi  spuri.


Tra le tante tristi conseguenze delle divisioni che papa Francesco ha esacerbato all’interno della Chiesa, ora siamo costretti a vivere con una realtà innegabile: anche quando dice cose buone – e ce ne sono molte nella sua nuova Esortazione apostolica Gaudete et Exsultate (“Rallegratevi ed esultate: sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo”) (qui) – inevitabilmente ci si sente attratti dalla guerra di trincea che ha contribuito a creare.

I suoi sostenitori spesso sostengono che l’opposizione al tipo di cambiamenti che ha introdotto in un documento come Amoris laetitia deriva da un quid come la Francescofobia, un disprezzo irrazionale. Ѐ vero che alcuni cattolici mostrano una sorta di furia cieca a ciò che pensano egli stia facendo. Ma per molti altri, come spiega Ross Douthat nel suo libro “To Change the Church”, ciò non deve avvenire in questo modo.

Ciò appare abbastanza evidente in Gaudete et Exsultate nel modo in cui evoca molti elementi tradizionali della spiritualità cattolica e li ridisegna per l’uso corrente. Il papa afferma da subito di non aver scritto un trattato completo sulla santità, anche se nel suo stile sincero, a volte contraddittorio, tocca – utilmente – quasi tutto.

L’obiettivo generale è esattamente quello giusto: “ Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo stati creati. Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente”.

E la maggior parte delle pagine che seguono mostrano i modi in cui tutti noi possiamo  – qualunque sia il nostro stato di vita – percorrere questo sentiero. Inoltre Papa Francesco verso la fine avverte:
“Non ammetteremo l’esistenza del diavolo se ci ostiniamo a guardare la vita solo con criteri empirici e senza una prospettiva soprannaturale. Proprio la convinzione che questo potere maligno è in mezzo a noi, è ciò che ci permette di capire perché a volte il male ha tanta forza distruttiva. (... ) Non pensiamo dunque che sia un mito, una rappresentazione, un simbolo, una figura o un’idea. Tale inganno ci porta ad abbassare la guardia, a trascurarci e a rimanere più esposti. (...) E così, mentre riduciamo le difese, lui ne approfitta per distruggere la nostra vita, le nostre famiglie e le nostre comunità”.
Eppure, nonostante tali forti avvertimenti, molti cattolici ora sono diffidenti su dove possano portare tali sentimenti papali. Ed esistono problemi particolari, alcuni derivanti dalla disattenzione di Francesco per la coerenza. Per esempio: 
“(26) Non è sano amare il silenzio ed evitare l’incontro con l’altro, desiderare il riposo e respingere l’attività, ricercare la preghiera e sottovalutare il servizio. Tutto può essere accettato e integrato come parte della propria esistenza in questo mondo, ed entra a far parte del cammino di santificazione”. 
Ovviamente è abbastanza vero. Ma ciò potrebbe anche descrivere un problema non molto presente nel mondo moderno – i cattolici troppo “spirituali” – o riferirsi agli ordini religiosi contemplativi. La Chiesa ammette molte vocazioni, anche di vita contemplativa, che altrove nel documento ricevono lodi.

Io, ad esempio, avrei voluto che il Papa ponesse maggiore enfasi sulla tradizione contemplativa cattolica, che peraltro è simile a tutto quello che gli occidentali – specialmente i giovani – cercano nel buddismo o nell’induismo.

Egli invece dedica pagine alla denuncia di forme contemporanee di eresie gnostiche e pelagiane, che esistono. Ma è piuttosto ovvio che non dobbiamo essere né troppo spirituali né troppo mondani.

Ogni lettore potrà giudicare da solo. Ma per me, oltre alle buone intuizioni, il papa sembra essere in lotta con un mondo che forse una volta esisteva, ma ora non più di tanto. La sua costante pressione, qui e altrove, per allontanare le persone da una conoscenza teologica “astratta” o da una spiritualità eccessivamente individuale, verso un amore altrimenti encomiabile per Dio e per il prossimo, a chi si rivolge,  oggi?

Una cosa sarebbe se le università cattoliche, i seminari, le cancellerie, le opere di carità, gli ospedali, le agenzie umanitarie, gli ordini religiosi, i gruppi laicali, ecc. fossero zeppe di persone rigidamente e riduttivamente aggrappate a formule teologiche vuote – come spesso Francesco sembra suggerire. La realtà, anche secondo i commentatori laici, è che viviamo nella post-verità, in un mondo e in una Chiesa profondamente caotici. Cercare principi stabili per non essere spazzati via dallo tsunami del secolarismo e dell’eterodossia non è “rigidità”, ma sanità.

L’ho già detto, ma nelle nostre circostanze, il famoso “ospedale da campo” di Francesco ha bisogno di medici che abbiano studiato la vera medicina. Altrimenti, possono avere un buon modo di trattare i pazienti, ma non possono davvero curare nulla.

E c'è di più. All’inizio del pontificato, i pro-vita erano punti dal suo linguaggio rude sui cattolici che “avevano l’ossessione” e “insistevano” sull’aborto. Saranno ancora una volta sconvolti dalla sua stessa insistenza: che questioni sociali come la povertà e l’immigrazione sono questioni di vita “altrettanto sacre” rispetto alla morte violenta nel grembo materno e sul fine vita.

Questa versione dell’”abito senza cuciture”[1] contraddice ciò che la Chiesa ha insegnato sin da quando l’aborto legalizzato è diventato normale. Naturalmente i numeri non dicono tutto, ma se – diciamo – gli agenti di frontiera americani uccidessero 3000 persone al giorno che cercano di entrare nel paese (grossomodo il numero di bambini uccisi ogni giorno in America nel grembo materno) il mondo intero sarebbe indignato.

La questione dei rifugiati, ad esempio, dovrebbe essere oggetto di profonda preoccupazione per i cristiani, ma come affrontarla è questione di giudizio prudenziale, non un assoluto come il divieto di uccidere la vita innocente.

I popoli del mondo sanno che non si tratta solo di una questione di accoglienza dello straniero. In tutta Europa – dalla Gran Bretagna alla Polonia, dalla Scandinavia all’Ungheria – c’è una reazione populista contro la facile ammissione di immigrati difficili da assimilare, spesso non rifugiati in fuga dalla guerra e dall’oppressione, ma migranti economici in cerca di una vita migliore. Idem per gli Stati Uniti e per la polizia di confine messicana, così come per l'Australia, la Nuova Zelanda e ogni nazione sana.

Nonostante tali domande, i cattolici trarranno beneficio dalla lettura di questo testo. C’è molto di ripreso dalla tradizione che è bello riproporre. Forse la più grande sfida spirituale per i cattolici nel mondo moderno è come praticare un’autentica spiritualità anche in mezzo alla divisione – e trovare le profonde risorse spirituali che ci possono aiutare a superarla.
[Tradizione a cura di Chiesa e post-concilio]
_______________
1. dal link di desume che l'espressione è la definizione del cardinale Bernardin di Chicago che sta ad indicare che il cristiano ha consapevolezza che tutti i problemi della vita sono intrecciati e si dispiegano dal migrante all’aborto senza soluzione di continuità, appunto come un ‘abito senza cuciture’ (ndT).

30 commenti:

Anonimo ha detto...

Vorrei che deste risalto alla notizia apparsa sul secolo xix di questa mattina, secondo cui ad una mostra di opere d'arte in provincia di savona, sarebbero state coperte delle statue per rispetto ai musulmani. Semplicemente scandaloso.

irina ha detto...

"...aggrappate a formule teologiche vuote..."

qualsiasi formula rimane vuota fino al momento in cui tu non l'hai imparata fatta tua o rigettata a ragion veduta, questo riguarda ogni tipo di apprendimento. La formula teologica rimane vuota quando non la si è appresa a dovere e fatta propria, ed è lo stesso problema di quando l'insegnate esortava a ripetere con le nostre parole la lezione. Trovare le proprie parole significa aver assimilato la formula, averla cioè mandata attraverso tutto il sistema digestivo; se tutta la formula, cibo, risponde alle tue esigenze nutrizionali, intellettuali e morali e religiose, rafforzerà il tuo fisico , e/o anima e spirito, altrimenti verrà espulsa con le scorie. Quindi la formula solo se masticata e digerita potrà essere riconosciuta vuota o nutritiva, quindi salutare. La formula può essere paragonata ad una pillola della quale tu non conosci i componenti, hai due possibilità: esaminarla all'interno valutandone ogni suo componente e gli effetti benefici o mortali; oppure sulla parola di chi la consiglia prenderla e constatarne gli effetti positivi e negativi su di te, sulla tua ragione, intelletto, sapienza e scienza.

irina ha detto...

"...alcuni derivanti dalla disattenzione di Francesco per la coerenza..."

A mio parere questo deriva dal fatto che gran parte dell'insegnamento, a cui è stato o si è esposto, non è stato da lui assimilato, lo ha solo sbocconcellato di malavoglia.

Anonimo ha detto...

Bruno Cornacchiola (veggente Madonna delle tre fontane)

"La Chiesa tutta subirà una tremenda prova, per pulire il carname che si è infiltrato tra i ministri, specie fra gli Ordini della povertà: prova morale, prova spirituale. Per il tempo indicato nei libri celesti, sacerdoti e fedeli saranno messi in una svolta pericolosa nel mondo dei perduti, che si scaglierà con qualunque mezzo all’assalto: false ideologie e teologie!..."

"Quanti sogni si fanno. Questa notte ho visto San Pietro, la basilica, andare a fuoco, e dico: ‘Perché brucia’? Un voce dice: ‘È fuoco purificatore per far comprendere che è l’unica forza di vita e d’amore e non lo comprendono; Dio purifica ogni cosa proprio per far capire a tutti la via della verità per la vita’. Madre cara, eri tu quella voce, l’ho riconosciuta"

Japhet ha detto...

Benedetto XVI compie oggi 91 anni.
Elogio e senso della vecchiaia.

"E’ bello essere anziani! In ogni età bisogna saper scoprire la presenza e la benedizione del Signore e le ricchezze che essa contiene. Non bisogna mai farsi imprigionare dalla tristezza! Abbiamo ricevuto il dono di una vita lunga. Vivere è bello anche alla nostra età, nonostante qualche acciacco e qualche limitazione. Nel nostro volto ci sia sempre la gioia di sentirci amati da Dio, e non la tristezza”.
Benedetto XVI, partendo dal presupposto che la longevità è una benedizione sottolineava: " oggi questa benedizione si è diffusa e deve essere vista come un dono da apprezzare e valorizzare. Eppure spesso la società, dominata dalla logica dell'efficienza e del profitto, non lo accoglie come tale; anzi, spesso lo respinge, considerando gli anziani come non produttivi, inutili. Tante volte si sente la sofferenza di chi è emarginato, vive lontano dalla propria casa o è nella solitudine. Penso che si dovrebbe operare con maggiore impegno, iniziando dalle famiglie e dalle istituzioni pubbliche, per fare in modo che gli anziani possano rimanere nelle proprie case.
La vecchiaia è portatrice di sapienza che è una grande ricchezza. La qualità di una società, di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune. Chi fa spazio agli anziani fa spazio alla vita! Chi accoglie gli anziani accoglie la vita! Quando la vita diventa fragile, negli anni della vecchiaia, non perde mai il suo valore e la sua dignità: ognuno di noi, in qualunque tappa dell’esistenza, è voluto, amato da Dio, ognuno è importante e necessario”.
La vecchiaia è un dono anche per approfondire il rapporto con Dio” partendo dalla preghiera. L’anziano così diventa intercessore “presso Dio, pregando con fede e con costanza” e pregando l’anziano può “portare in questa nostra società, spesso così individualista ed efficientista un raggio dell’amore di Dio”.

Monica ha detto...

Plurimos annos

Appunto ! ha detto...

Il massimo aiuto da dare ai poveri, è portarli a Cristo; ecco il senso dei sacramenti, che fanno entrare l’uomo nella Chiesa, nel Corpo di Cristo, che è la Chiesa. Se un vescovo dimenticasse questo, avrebbe una comprensione carente del suo ministero. Infatti, gli Apostoli istituirono i diaconi perché si dedicassero alla carità, mentre riservarono per sé la predicazione e i sacramenti.
http://www.lanuovabq.it/it/bux-la-povera-chiesa-di-don-tonino

Aloisius ha detto...

Il problema è che le cose giuste che il papa dice sono inserite in un contesto generale di cose oggettivamente in contrasto con il magistero precedente, e quindi con il Vangelo stesso.

Le cose giuste assumono così significato diverso, sono guastate e inquinate da questo contesto.
Oppure rimangono li', isolate, in una valle di lacrime.

È come se in un piatto di rigatoni alla carbonara trovi venti rigatoni scotti di grano tenero, ammuffiti e freddi, e due al dente, il tuorlo d'uovo allungato con l'acqua, un formaggio europeo che osano chiamare al pecorino sardo o parmigiano e un prosciutto cotto scadente, rancido, con un paio di pezzetti di guanciale buono.
Non è piu' una carbonara, è una schifezza nociva alla salute e gradita, forse, a qualche straniero che non ha mai assaggiato quella vera.

Un esempio fresco, fresco:ha detto il papa che se un ateo fa battezzare i figli, pur essendo ateo va in paradiso.
Questo per consolare un povero bimbo addolorato dalla morte del padre.
Tra l'altro "usato" per consentire darci questa ulteriore perla di dottrina in tv.

Ha risposto con certezza, ormai Bergoglio sa chi va in paradiso, cioè tutti.

Bastava riconoscere la verità insegnataci da Cristo, con tutta la delicatezza possibile, cioè che non ci è dato di sapere quale sara' il giudizio divino, ma che a Dio nulla e' impossibile e la preghiera costante, soprattutto di un bambino, può compiere miracoli.

Poteva parlargli della Speranza, nella Fede e nella preghiera fiduciosa, l'affidamento al Cuore immacolato di Maria, mediatrice di tutte le grazie, le preghiere e pratiche religiose della Chiesa e dei santi per salvare le anime
Era un'occasione per accendere il quel povero bambino la fiamma della Fede e della Speranza di poter fare qualcosa per la salvezza del padre.

Invece lo ha rassicurato sul fatto che il padre ateo si è già salvato socuramente perché, avendo fatto battezzare i figli, è buono.
Parola di papa!
Continua pure la tua vita sereno e se un domani perderai la fede, basta che farai battezzare i figli e ti salverai lo stesso, senza grandi fatiche.

http://www.repubblica.it/vaticano/2018/04/16/foto/papa_francesco_consola_il_bimbo_in_lacrime_tuo_papa_in_cielo_anche_se_era_ateo_-193991917/1/

Ecco come le poche cose buone dette scompaiono.

Anonimo ha detto...

E' indifendibile, da qualunque parte lo si guardi, leggere le scempiaggini o scempi che scrive o che gli scrivono, da' un senso di sconforto e va oltre la confusione mentale e dottrinale, non so più che pensare, oltre ad evitare le news su di lui, che è già di per se stesso impossibile, non resta che pregare che il tutto abbia una rapida fine. Auguri di buon compleanno a papa Benedetto per i suoi 91 anni, una bella età, che Dio lo benedica e abbia pietà di tutti noi. Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...


« 26. Non è sano amare il silenzio ed evitare l’incontro con l’altro, desiderare il riposo e respingere l’attività, ricercare la preghiera e sottovalutare il servizio. »

Les Chartreux ont certainement apprécié…
Bergoglio a-t-il l'intention de les liquider, eux aussi, comme il a fait avec les "tristes" Franciscains de l'Immaculée ?
Quel nouveau champ d'"attività" leur réserve-t-il ? Guider les visites à Santa Marta ? Y faire la cuisine ? Lui repasser son linge ? Lui cirer les chaussures ?

Anonimo ha detto...

Metodi formali di meditazione--La meditazione discorsiva--La meditazione affettiva
https://www.youtube.com/watch?v=dg9leQBgoMY

Ci conviene nutrirci quanto piu' possibile di letture e pratiche per accrescere la nostra Fede e favorire la altrui .
Un ausilio in piu' per trasformarci in Tabernacoli in cui Gesu' possa riposarsi .

Anonimo ha detto...

Pour mémoire (et pour marquer la différence entre ce qui est catholique et ce qui ne l'est pas) :

« Si deve certo dire che hanno scelto la parte migliore, come Maria di Betania, quei religiosi che per professione vivono nascosti e separati dallo strepito e dalle follie del mondo, e consacrano tutte le loro energie alla contemplazione dei divini misteri e dell’eterne verità, innalzando al Signore continue ed insistenti preghiere per l’estensione e la prosperità del suo regno, solleciti di lavare ed espiare con la penitenza spirituale e corporale, prescritta e volontaria, non tanto le colpe proprie, quanto quell’altrui.

«Infatti, nessun genere o norma di vita si potrebbe proporre a chi vi sia chiamato più perfetta di questa, mentre l’intima unione con Dio e la santità interiore di quanti vivono nel chiostro, in tanta solitudine e silenzio, contribuiscono mirabilmente a rendere più splendido quel tesoro di santità che la sposa immacolata dì Gesù Cristo offre all’ammirazione ed all’imitazione di tutti. »
(Pio XI, Costituzione Apostolica "Umbratilem", 1924).

https://cartusialover.wordpress.com/2015/07/02/umbratilem-la-costituzione-apostolica-di-pio-xi/

Pietro C. ha detto...

« 26. Non è sano amare il silenzio ed evitare l’incontro con l’altro, desiderare il riposo e respingere l’attività, ricercare la preghiera e sottovalutare il servizio. »

Ho letto anch'io questa frase assolutistica e ho rapidamente concluso che non ci capisce nulla. Essendo un estimatore e frequentatore del monachesimo sia occidentale che orientale, conosco benissimo il veleno che può contere quest'affermazione, veleno chiaramente antievangelico. Ma, d'altra parte, anche questa è "roba vecchia", ossia appartiene al corpus di contestazioni tipiche del clero sessantottino o influenzato dalle contestazioni politiche del sessantotto.
La tradizione sana della Chiesa è cosa ben diversa e purtroppo ha sempre di meno a che fare con le affermazioni bergogliane.

Anonimo ha detto...


« Che se c’è ancora chi pensa che certe virtù, ingiustamente chiamate passive, siano ormai da tempo cadute in disuso e si debba sostituire all’antica disciplina monastica l’esercizio più comodo e meno faticoso delle virtù attive, questa teoria però fu respinta e condannata dal nostro predecessore l’immortale Leone XIII, nella sua lettera “Testem benevolentiae” del 22 gennaio l899, e ognuno comprende da sé quanto essa sia dannosa e ingiuriosa al concetto e alla pratica della perfezione cristiana.

« Ed invero – e facile comprenderlo – giovano molto più al bene della Chiesa e alla salute del genere umano coloro i quali si dedicano assiduamente all’orazione e alla penitenza che non quelli che coltivano, lavorando il campo del Signore; se i primi non attirassero dal cielo l’abbondanza delle grazie divine sul terreno che gli operai evangelici devono irrigare, questi trarrebbero dalle loro fatiche frutti ben più magri. »

Pio XI, "Umbratilem".

irina ha detto...

Aldo maria Valli,http://blog.messainlatino.it/2018/04/amoris-laetitia-e-il-sacramento-perduto.html#more

"...Merita quindi attenzione Amoris laetitia? I sacramenti ridotti a morale (La Fontana di Siloe, 192 pagine, 19,50 euro), libro nel quale Giulio Meiattini, monaco dell’abbazia benedettina Madonna della Scala (Noci) torna a interrogarsi sul documento papale e lo fa introducendo una questione che, anche per chi non è teologo ma semplice fedele, appare come quella veramente sostanziale....
...Meiattini scrive che «gli argomenti teologico-morali sviluppati nel capitolo VIII, pur toccando la vita matrimoniale, non tengono abbastanza conto della teologia del sacramento in questione, anzi la trascurano completamente». In Amoris laetitia si assiste «ad una riduzione morale della forma sacramentale o, se si preferisce, ad un oblio di fatto della teologia del sacramento, in luogo della quale si installa una teologia della coscienza etica», e questo è il vero punto debole del documento...
...Ma il vero problema è che sia l’interpretazione dei vescovi sia la lettera del papa sono contraddittorie perché pretendono di stabilire punti fermi quando, puntando tutto sull’aspetto pastorale e discrezionale della questione, si pongono su un piano per sua natura opinabile. Infatti il «coscienzialismo» messo al centro dal capitolo VIII, ovvero il primato della coscienza attraverso il discernimento, «è privo di ogni aggancio all’oggettività sacramentale». In altre parole, se si mette al primo posto il discernimento, per cui non esiste norma generale vincolante ma ogni caso è a sé, non riconducibile a criteri oggettivi ed ecclesialmente verificabili, finisce che si sanziona il totale distacco tra coscienza e sacramento....
...Meiattini ci perdonerà la semplificazione del suo pensiero, ma si può dire che in Amoris laetitia c’è l’etica, non il sacramento, c’è la coscienza, ma non la legge divina, c’è l’antropologia, ma non la teologia, c’è l’uomo, ma non Dio. Ma «una teologia morale del matrimonio non può procedere etsi sacramentun non daretur», ovvero come se il sacramento non ci fosse. E «questa è una carenza teologica grave»...
...è il sacramento che deve fornire il quadro entro il quale situare e valutare i criteri antropologici, psicologici e situazionali. In Amoris laetitia insomma c’è una preoccupante riduzione moralistica del sacramento. Una scelta forse non del tutto consapevole, ma non per questo meno grave. E come è possibile arrivare a sostenere (si veda qui anche la critica mossa dal professor Josef Seifert) che può essere Dio stesso a chiedere di vivere una relazione difforme da quella da Lui stabilita e comandata? Eppure Amoris laetitia lo dice, dimostrando fino a che punto si spinge nel mettere le pretese umane al posto della legge divina. Ma lungo questa via è l’intera morale cristiana a essere divelta...
...In Evangelii gaudium il papa sostiene che è più importante «avviare processi che occupare spazi». Ora, qualunque cosa si voglia intendere con questa affermazione, si può dire che Amoris laetitia di processi ne ha avviati molti, forse fin troppi, sotto forma di dispute, polemiche, polarizzazioni, interpretazioni spesso opposte. Ma, alla fine, per arrivare a che cosa? «Che si tratti di processi virtuosi – osserva Meiattini – questo finora nessuno può dimostrarlo. Personalmente ritengo che non fossero questi i processi che oggi maggiormente serviva attivare per il bene della famiglia». Purtroppo il vero, urgente processo che la Chiesa avrebbe bisogno di avviare, e cioè «generare alla fede e alla vita cristiana degli autentici credenti attraverso il battesimo e l’iniziazione cristiana» sembra interessi a ben pochi."

Anonimo ha detto...

(...) Io voglio dimostrare che come la madreperla vive in mare senza assorbire una sola goccia d’acqua marina; e come vicino alle isole si trovano sorgenti di acqua dolce in mezzo al mare, così un’anima forte e costante può vivere nel mondo senza assorbirne i veleni. Può trovare sorgenti di pietà incontaminate tra le onde torbide del secolo; può volare tra le fiamme degli insani desideri terreni senza bruciarsi le ali del desiderio della VITA DEVOTA (S. Francesco di Sales).

tralcio ha detto...

Oggi due feste: per il compleanno di Benedetto XVI e per Santa Bernadette Soubirous.

Che cosa c'entrano loro due con la chiamata alla santità, tema di questo post?
Il primo per il fatto di aver sempre messo a tema la Verità.
Solo chi è vero è umile e solo chi è umile può essere santo.
Ciò che è santo e sacro si sottrae alla massa, all'uguale. E' veramente diverso.

Nel tempo storico che illude l'umanità, affermando un egualitarismo teorico contraddetto dalla vita di quegli stessi che illudono i più creduli, la rivelazione di Dio in Cristo Gesù presenta la realtà nella sua varietà. La diversità che ne risulta è ben diversa dall'idolo vano di chi la vanta come l'improbabile valore di un'umanità di "uguali". La diversità è data dalla combinazione della libertà e semplicità di Dio con il libero arbitrio degli uomini e le sue complicazioni, distinguendoli bene, senza fare confusione.

A ognuno sarà chiesto il giusto. Gli "eletti" dunque sono veritieri perché umili: Santa Bernadette di Lourdes diceva di se stessa di essere come un chicco di grano nella macina, o una scopa dietro la porta: non ebbe né avere, né potere, né sapere e la Beata Vergine le disse di non essere venuta a renderla felice in questa vita, ma nell’altra.

Gli eletti non sono dei “fortunati” o dei "vincenti" nel senso in cui lo intende il mondo. Perciò c'è anche una forma di elezione che prevede persino il martirio.

Dio è perfetta semplicità, perfetta misericordia, perfetta giustizia.
L'uomo, segnato dal peccato originale, può essere di dura cervice o avere il cuore duro.

Anonimo ha detto...

Nella terza esortazione apostolica di papa Francesco, Gaudete et exsultate, datata 19 marzo 2018, si stagliano tre affermazioni di stampo certamente più massonico che cattolico.
.....
http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=1870

Anonimo ha detto...

Ringrazio l'anonimo delle 17,02 per la segnalazione dell'articolo pubblicato sul sito "corsia dei servi".
Ottima la sintesi,data da Sartore, sull'attuale crisi della Chiesa.
Credo ci sia poco da obiettare, anche se c'é chi lo farà lo stesso.
Antonio

irina ha detto...

@Anonimo,
16 aprile 2018 17:02

E' così, grazie.

Anonimo ha detto...


Acabar com a vida monástica:

L’ABBAZIA DI TRISULTI IN VENDITA

https://doncurzionitoglia.wordpress.com/2018/03/16/labbazia-di-trisulti-in-vendita-unimmagine-eloquente-dellambiente-ecclesiale-odierno-tra-scilla-e-cariddi/

irina ha detto...

https://doncurzionitoglia.wordpress.com/2018/03/16/labbazia-di-trisulti-in-vendita-unimmagine-eloquente-dellambiente-ecclesiale-odierno-tra-scilla-e-cariddi/


"...Conclusione: non dobbiamo farci illusioni. I Cristiani veramente fedeli al Vangelo si trovano tra due fuochi o come suol dirsi “tra Scilla e Cariddi”: tra i “teocon” e i “teodem”. I cosiddetti “cardinali conservatori” in realtà sono dei giudaizzanti (nel senso teologico della parola), che ritengono possibile e doverosa l’alleanza tra Cristianesimo e Giudaismo, come se l’Antica Alleanza non fosse stata revocata, sostituita e perfezionata dalla Nuova ed Eterna Alleanza. Certamente il Comunismo è ateo, materialista e “intrinsecamente perverso” (Pio XI, Enciclica Divini Redemptoris Missio, 19 marzo 1937), ma è un errore grossolano, evidente e facilmente evitabile3.

Invece il conservatorismo anglo/americano occulta la sua malizia sub specie boni, ossia agisce come “il diavolo tentatore, che si spaccia per l’Angelo buono” (S. Ignazio da Loyola): la difesa della Famiglia, della Tradizione, della Proprietà, specialmente del latifondo ed anche dulcis in fundo (da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI) della Messa “tridentina”. Quindi quest’errore è “nascosto”, come “una serpe tra l’erba” (“latet in erba anguis”, Virgilio) e può mordere chi si avvicina incautamente: “latrare potest, mordere non potest nisi volentem”. Caveamus!..."

Giuliano ha detto...

Come vicario di Colui, il quale in un'ora decisiva, dinanzi al rappresentante della più alta autorità terrena di allora, pronunziò la grande parola: «Io sono nato e venuto al mondo per render testimonianza alla verità; chiunque sta per la verità ascolta la mia voce» (Gv 18,37), Noi di nulla Ci sentiamo più debitori al Nostro ufficio, e anche al nostro tempo, come di «rendere testimonianza alla verità». Questo dovere, adempiuto con apostolica fermezza, comprende necessariamente l'esposizione e la confutazione di errori e di colpe umane, che è indispensabile conoscere, perché sia possibile la cura e la guarigione: «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,32). Nell'adempimento di questo Nostro dovere, non Ci lasceremo influenzare da terrene considerazioni, né Ce ne tratterremo per diffidenze e contrasti, per rifiuti e incomprensioni, né per timore di misconoscimenti e di false interpretazioni. Ma lo faremo sempre animati da quella paterna carità che, mentre soffre dei mali che travagliano i figli, indica loro il rimedio, sforzandoCi cioè di imitare il divino modello dei pastori, il buon pastore Gesù, che è luce insieme e amore: «Seguendo il vero con amore» (Ef 4,15).

PIO XII, Summi Pontificatus, 1939 (Prima enciclica, interamente dedicata al Sacro Cuore)

Anonimo ha detto...


il cardinale Bernardin di Chicago non era quello accusato anni fa di aver coperto scandali di pedofilia omosessuale all'interno della Chiesa americana?

Anonimo ha detto...

https://ilcrociatodifatima.wordpress.com/2018/04/14/lezione-di-ortodossia-dagli-ortodossi-russi/
....
Kirill afferma che senza l’intervento militare contro il terrorismo i cristiani sarebbero stati costretti ad abbandonare definitivamente la loro terra di origine (DIRITTO A NON EMIGRARE: BENEDETTO XVI),
e che i flussi migratori incontrollati fino ai confini del territorio avrebbero esposto a seri rischi di attentati la loro Terra Russa.
Ha affermato che senza l’intervento russo forse non esisterebbe già più la Siria come nazione. (VALORE DELLA PATRIA COME TERRA SACRA)

Personalmente non credo che il patriarca Kirill abbia semplicemente telefonato per dire che la pace è importante, ma questo discorso rivolto a tutta la Santa Russia, può benissimo far pensare che ci sia stata anche “una tirata di orecchie” da parte degli ortodossi vicini a Putin, per chiarire che la difesa del territorio e della Patria e, soprattutto, la difesa del diritto a non fuggire sia prioritario nella spiritualità orientale ortodossa.
Forse ha ricordato a Francesco che non erano andati a Cuba a firmare carta straccia ma un impegno comune verso la Siria e tutti i territori CRISTIANI sottoposti ad ogni genere di attentato, persecuzione e violenza dei diritti fondamentali, tra cui il diritto a restare in patria.

Ovviamente i media Vaticani riportano una conversazione filtrata dai buoni propositi comuni.
Il che probabilmente sarà anche vero.
Come è anche vero che in Oriente la CONCRETEZZA E LA ESECUZIONE DEGLI ACCORDI FIRMATI A CUBA NON POSSONO RIDURSI ALLA SOLITA DEMAGOGICA QUANTO INUTILE CHIACCHIERA DA BALCONATA DOMENICALE.

Marisa ha detto...

È un vero peccato che papa Bergoglio - come è stato più volte testimoniato - si tenga aggrappato ai suoi tenacissimi pensieri senza farsi consigliare da nessuno, da chi più di lui conosce bene il catticesimo italiano ed europeo, oltre alle problematiche politiche mondiali.

SE accettasse di farlo - aprendo così nei fatti alla sinodalita' reale, molto disattesa a dispetto di tanti proclami - risparmierebbe tante sofferenze ai credenti, tanto stupore nel mondo in generale, e in ultima analibi tanta amarezza e rancore a se stesso.

Anonimo ha detto...

Don Curzio ha riportato una notizia che qui si era già discussa. Io andai a verificare e il documento di programma dell'associazione menzionata, nonostante l'assonanza, non ha niente che la associ alla "Dignitatis Humanae" del CVII, né tanto meno l'amicizia giudaico-cristiana. Bannon poi c'entra con i neocon come i cavoli a merenda: ma se era l'ideologo di Trump, come si può fare questo accostamento, visto che i neocon hanno fatto campagna per i concorrenti repubblicani di Trump?

Ora, può essere che mi sbaglio, ma evidentemente nessuno di quelli che commenta la notizia o la riporta ha fatto l'esercizio di andare a leggere, perché non viene mai citato il documento di riferimento dell'associazione. Francamente rimango molto perplesso da questo modo di riportare le notizie, più per riflessi pavloviani che per ragionamento. E ancor peggiore impressione fa la facilità con cui cardinali come Burke, nonostante tutto il loro curriculum, sulla base di queste analisi come minimo molto superficiali vengano subito subito bollati come traditori o quinte colonne dei traditori. È troppo chiedere che nel mondo tradizionale ci sia un po' più di prudenza? Perché anche queste sono picconate alla Chiesa.

Anonimo ha detto...

CITTÀ DEL VATICANO , 14 aprile, 2018 / 12:20 AM (ACI Stampa).-
È urgente una “visione universale, cattolica, dell’unità della famiglia umana e di un impegno nella fattiva solidarietà necessaria a combattere le gravi disuguaglianze e ingiustizie che segnano il mondo odierno”. Papa Francesco lo dice al presidente, al Consiglio e agli Amministratori della Villanova University.

http://www.acistampa.com/story/papa-francesco-urgente-una-visione-cattolica-dellunita-della-famiglia-umana-8442

Anonimo ha detto...

L'Evangelii Gaudium sovverte la cristologia e l'ecclesiologia, mettendo al centro l'uomo, secondo le teorie dei gesuiti Henri de Lubac e Jean Daniélou.

La Laudato Si' sovverte la teologia della creazione col suo geocentrismo panteista secondo le teorie del gesuita Pierre Teilhard de Chardin.

L'Amoris laetitia sovverte la morale naturale, secondo le teorie esistenzialiste e soggettiviste dei tedeschi Karl Rahner (gesuita) e Bernhard Häring.

Il cerchio si è chiuso.
Ester Maria Ledda

Un lettore ha detto...

Il desiderio della contemplazione di Dio

Dal «Proslògion» di SANT'ANSELMO, vescovo

Orsù, misero mortale, fuggi via per breve tempo dalle tue occupazioni, lascia per un pò i tuoi pensieri tumultuosi. Allontana in questo momento i gravi affanni e metti da parte le tue faticose attività. Attendi un poco a Dio e riposa in lui.
Entra nell'intimo della tua anima, escludi tutto tranne Dio e quello che ti aiuta a cercarlo, e, richiusa la porta, cercalo. O mio cuore, dì ora con tutto te stesso, dì ora a Dio: Cerco il tuo volto. «Il tuo volto, Signore, io cerco» (Sal 26, 8).
Orsù dunque, Signore Dio mio, insegna al mio cuore dove e come cercarti, dove e come trovarti. Signore, se tu non sei qui, dove cercherò te assente? Se poi sei dappertutto, perché mai non ti vedo presente? Ma tu certo abiti in una luce inaccessibile. E dov'è la luce inaccessibile, o come mi accosterò a essa? Chi mi condurrà, chi mi guiderà a essa si che in essa io possa vederti? Inoltre con quali segni, con quale volto ti cercherò? O Signore Dio mio, mai io ti vidi, non conosco il tuo volto.
Che cosa farà, o altissimo Signore, questo esule, che è così distante da te, ma che a te appartiene? Che cosa farà il tuo servo tormentato dall'amore per te e gettato lontano dal tuo volto? Anela a vederti e il tuo volto gli è troppo discosto. Desidera avvicinarti e la tua abitazione è inaccessibile. Brama trovarti e non conosce la tua dimora. Si impegna a cercarti e non conosce il tuo volto.
Signore, tu sei il mio Dio, tu sei il mio Signore e io non ti ho mai visto. Tu mi hai creato e ricreato, mi hai donato tutti i miei beni, e io ancora non ti conosco. Io sono stato creato per vederti e ancora non ho fatto ciò per cui sono stato creato.
Ma tu, Signore, fino a quando ti dimenticherai di noi, fino a quando distoglierai da noi il tuo sguardo? Quando ci guarderai e ci esaudirai? Quando illuminerai i nostri occhi e ci mostrerai la tua faccia? Quando ti restituirai a noi?
Guarda, Signore, esaudisci, illuminaci, mostrati a noi. Ridonati a noi perché ne abbiamo bene: senza di te stiamo tanto male. Abbi pietà delle nostre fatiche, dei nostri sforzi verso di te: non valiamo nulla senza te.
Insegnami a cercarti e mostrati quando ti cerco: non posso cercarti se tu non mi insegni, né trovarti se non ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti, che io ti trovi amandoti e ti ami trovandoti.